Tribuna degli Uffizi: restauro e nuovo ordinamento
Arazzi della Tribuna degli Uffizi
Il restauro della Tribuna degli Uffizi si è concluso nel giugno del 2012.
Dice il Soprintendente Cristina Acidini: “Si apre in Galleria una stagione di grandi emozioni. Intervenire sulla Tribuna è come toccare il cuore del museo più antico d'Europa, e ha richiesto e richiederà da parte di tutti sensibilità e competenza”.
“All’odierno restauro della Tribuna e al suo conseguente rinnovato allestimento è sottesa – dice il Direttore Antonio Natali – l’aspirazione a meglio tutelare ed esaltare le peculiari qualità di quest’ambiente antico e nobile, la cui invenzione è indissolubilmente legata al sogno d’un principe di creare una sala di meraviglie. Sala cui d’ora in avanti – trasferiti i capolavori che v’erano esposti in vani che ne consentano un’adeguata lettura – si potrà guardare come fosse un’opera a sé, un insieme cólto e fantastico a un tempo”.
Coi lavori di restauro alla Tribuna prende oggi ufficialmente le mosse uno degli interventi di restauro e di riordino museale storicamente più importanti che agli Uffizi siano stati condotti.
L’intervento è parte del piano - elaborato dalla Direzione degli Uffizi - di recupero filologico, di conservazione e di valorizzazione dei luoghi di ‘eccellenza’ della Galleria, che si è già concretato nei lavori alla Sala della Niobe (2006), al Vestibolo delle iscrizioni e alla Sala dell’Ermafrodito (febbraio 2007), alla Scala monumentale e al Ricetto lorenesi (dicembre 2007).
I lavori alla Tribuna, come gli altri interventi degli ultimi anni, saranno condotti in assoluta conformità col progetto degli Uffizi di domani, e nel rispetto del rigore filologico.
La storia
La Tribuna degli Uffizi (1584) è uno dei luoghi più conosciuti e ammirati. Il raffinato ambiente fu concepito per la celebrazione dei variegati interessi del collezionismo di Francesco I (1541-1587), principe eclettico ed estroso della casata medicea. Fu progettato dall’architetto Bernardo Buontalenti (1523-1608), che di Francesco era amico e ne condivideva la cultura e i sogni.
La sala ottagonale si affaccia sul corridoio che percorre l’ultimo piano della grande fabbrica disegnata sulla metà del Cinquecento da Giorgio Vasari (1511-1574) per volere di Cosimo I (1519-1574), padre di Francesco. Proprio Francesco volle che quel corridoio fosse allestito, nel suo tratto iniziale, a galleria espositiva: primo museo in Europa.
Alla fine del Cinquecento sulle pareti, coperte di velluto rosso cremisi, una preziosa palchettatura esibiva oreficerie, rarità naturali, manufatti in pietre dure, bronzetti antichi e moderni, piccoli busti romani, placchette, lavori rari per fattura o provenienza. Nella sala campeggiavano i dipinti ritenuti più insigni delle collezioni.
L’allestimento della Tribuna è stato nel corso del tempo oggetto di revisioni, in qualche caso anche radicali. A séguito, per esempio, di quella lorenese negli anni ottanta del Settecento, furono aperte le due porte che consentivano la vista della fuga di salette che dalla Tribuna arrivavano al corridoio sull’Arno e l’ambiente divenne di passaggio, ancorché pur sempre pregiato. Le pareti furono allora del tutto spogliate dalla palchettatura per far posto ai capolavori assoluti della pittura europea, che andarono ad affiancarsi alla statuaria antica entrati alla fine del Seicento in quest’aulica sala. La Tribuna si confermava luogo d’eccellenza, consacrato in tutta Europa dai rendiconti di viaggiatori illustrissimi.
L'intervento di Oggi e il Mecenate
Il logorio del tempo e il continuo flusso di migliaia di visitatori impongono oggi il restauro della Tribuna, la cui bella fisionomia attuale era stata studiata nel 1970 da Luciano Berti. Considerata la delicatezza del pavimento (vero e proprio capolavoro del genere) e al contempo recepita la necessità di consentire al pubblico il pieno godimento delle tavole del Bronzino, del Pontormo, del Rosso, del Vasari e degli altri maestri che vi sono rappresentati, la Direzione ha ritenuto opportuno che la sala – restituita alla sua ricchezza di nucleo prezioso – dovesse offrirsi soltanto a una vista d’insieme, con affacci dalla porta sul corridoio e da quelle sulle contigue salette.
L’affaccio dalla saletta successiva alla Tribuna richiedeva però un intervento sul corridoio. E lì difatti è stato già riaperto quel varco che le guide, le carte, i disegni antichi e le indagini termografiche, attestano proprio di lato alla Tribuna e ch’era il solo a dare adito alle stanzette dell’armeria. Ora, come in antico, di fianco all’accesso al vano buontalentiano si apre un passaggio alla prima di quelle stanzette. Passaggio che, al pari d’ogni porta sui corridoi degli Uffizi, è inquadrato da mostre in pietra serena, con ante lignee in tutto identiche alle altre di Galleria. Nei lavori di ripristino del varco sono state ritrovate le decorazioni settecentesche dell’imbotte.
I restauri interesseranno la decorazione architettonica (compresi gli affreschi nella lanterna, le conchiglie che decorano la cupola e le madreperle nel tamburo), le celebri sculture antiche e i prestigiosi arazzi. Le pareti saranno tappezzate con un velluto liscio rosso cremisi, documentato negli inventari e tessuto appositamente con antichi telai.
Esclusa la possibilità di tornare all’originaria raccolta di oggetti pensata da Francesco I (e nel tempo migrati in altri musei fiorentini), sono stati scelti, per l’esposizione futura, dipinti che evocassero la primitiva magnificenza del vano senza tuttavia esigere una lettura ravvicinata. Dipinti che, comunque, sono tutti nel novero di quelli la cui presenza, nei trascorsi allestimenti della Tribuna, sia attestata dalle carte d’archivio.
I capolavori che vi erano esposti prima della chiusura, sono stati trasferiti nella sala 35 (quella del Barocci e della Controriforma, nel corridoio di fronte) e lì collocati su quattro pareti tinteggiate nello stesso color cremisi del velluto: quel rosso violaceo che appunto si può vedere nelle nuove strutture messe oblique in questa sala a evocare il perimetro ottagonale dell’architettura buontalentiana. Alla consegna delle sale del progetto ‘Nuovi Uffizi’, questi stessi capolavori verranno trasferiti negli ambienti al primo piano dedicati alla pittura del Cinquecento.
I lavori termineranno nel giugno del 2011.
Il restauro e il nuovo ordinamento della Tribuna – compresi i lavori nella sala del Barocci – saranno economicamente sostenuti dalla Fondazione Friends of Florence, che da tempo offre contributi cospicui ai musei statali fiorentini.
Sono i Friends of Florence che agli Uffizi hanno, per esempio, resi possibili gli interventi alle celebri statue della Loggia dei Lanzi e a dipinti ragguardevoli (come l’elegante Ritratto di Ortensia de’ Bardi di Alessandro Allori), oltre al recupero straordinario delle opere nella Sala della Niobe. Sempre alla Fondazione americana si deve il restauro di numerosissime sculture della collezione di antichità conservata nei corridoi di Galleria.
fonte dati: Ufficio Stampa degli Uffizi
Francesca de Luca
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