Restauro della statua della Madonna dei Poveri
Seminara, Madonna dei poveri
Lunedì primo marzo, alle ore 12.00, a Seminara (Reggio Calabria), presso la Basilica-Santuario della Madonna dei Poveri, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del restauro della statua in legno raffigurante la Madonna dei Poveri. Hanno partecipato all’iniziativa: S.E. mons. Luciano Bux, vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi; Fabio De Chirico, Soprintendente BSAE della Calabria; Paolo Martino, direttore ufficio regionale della CEC per i BB.CC.EE.; don Gildo Albanese, parroco; Santo Gioffrè, assessore provinciale ai Beni culturali; Antonio Bonamico, sindaco di Seminara e la ditta incaricata del restauro rappresentata dal titolare Sante Guido e dal Direttore Tecnico Giuseppe Mantella.
CENNI STORICI
Tra le numerose effigi della Vergine “bruna” che si venerano in Italia, la Sacra Immagine della Madonna dei Poveri di Seminara è sicuramente tra le più belle e imponenti, e forse anche la più misteriosa. La statua lignea, alta 92 cm e poggiata su un trono in argento laminato, tiene in braccio il Bambino che indossa il saio legato da un cingolo e reca in una mano un globo sormontato da una piccola croce e nell'altra un rametto.
Le notizie sull’origine e la provenienza di questa antica immagine ci vengono tramandate da una leggenda secondo la quale il simulacro ligneo, appartenuta al vescovo Basilio di Cesarea (Cappadocia), fu portata in Occidente dai monaci bizantini in fuga dalle persecuzioni iconoclaste scatenate dall'Imperatore Leone III Isaurico (VIII secolo) e destinata alla città di Taureana. Nel 951, quando la città venne distrutta dalle incursioni saracene, si cercò di trasportarla a Seminara ma durante la fuga dai pirati venne abbandonata per strada. L'immagine fu, quindi, rinvenuta nella campagna circostante sotto un mucchio di pietre un martedì o mercoledì santo da alcuni cittadini di Seminara.
La Sacra Immagine della Madonna dei Poveri di Seminara concentra in sé tutti questi valori oltre a possedere un altissimo valore storico-artistico che è nostro dovere valorizzare attraverso un attento e minuzioso restauro e un’accurata campagna di indagini scientifiche che ci forniranno tutte le notizie necessarie alla comprensione di un’opera così preziosa sì nel suo aspetto materiale ma soprattutto nel cuore dei fedeli.
La tecnica esecutiva
La statua lignea risulta ricavata almeno nella sua struttura principale, in un unico blocco ligneo.
Le statue lignee erano spesso ricoperte da un rivestimento policromo applicato su uno strato di preparazione che ha la funzione di fornire una superficie fisicamente e cromaticamente adatta a ricevere la pittura e la foglia d’oro Il tipico colorito bruno degli incarnati che ha dato il nome di “Madonna nera di Seminara” alla statua, è stato oggetto di numerose discussioni in merito. Molti studiosi hanno attribuito il colore scuro della pelle ad un’alterazione dei pigmenti a base di ossidi di ferro a seguito della loro esposizione al fuoco di un incendio che li ha resi scuri per viraggio. Soltanto il supporto di mirate indagini diagnostiche sarà risolutivo nella determinazione della verità.
LO STATO DI CONSERVAZIONE
Allo stato attuale l’opera versa in cattivo stato di conservazione. I numerosi problemi presenti sono riconducibili a più fattori di diversa natura, naturale o di origine antropica, che nel loro concatenarsi e sovrapporsi hanno dato luogo a fenomeni di degrado spesso di grave entità.
All’influenza delle variazioni di U.R. e quindi alle variazioni dimensionali del legno in fase di dilatazione e ritiro, sono direttamente attribuibili la presenza di grosse lesioni del corpo ligneo della struttura che sono ben visibili specialmente sul Bambino, una sul petto ed una che attraversa verticalmente tutta la parte inferiore dalla cinta in giù.
La pellicola pittorica presenta numerosi sollevamenti di scaglie di colore, una estesa craquelure e soprattutto numerose cadute di colore che lasciano a vista lo strato preparatorio. La presenza di diversi strati di colore sovrapposti, risultato di numerosi interventi di ridipintura degli incarnati, evidenzia alcune difformità cromatiche tra uno strato e l’altro e mette in risalto la necessità di mantenere sempre vivo e ben visibile il caratteristico colorito bruno della pelle della Sacra coppia, simbolo distintivo dell’opera. Solo un’indagine stratigrafica chiarirà il numero ed i rapporti di successione dei differenti strati colore, individuando quello più antico e quindi originale.
Per quanto riguarda le condizioni di conservazione della doratura, questa si presenta notevolmente abrasa e consunta, lasciando a vista il sottostante bolo rosso o addirittura la preparazione. L’opera è stata oggetto, in tempi passati, di diversi interventi di restauro
Le linee guida dell’intervento
Ogni intervento di conservazione sulle opere d’arte richiede l’applicazione di una metodologia che ha come obiettivo quello di garantire il rigore filologico e scientifico al momento di recuperare e di mantenere tanto la materia, come l’immagine dell’opera. La sua corretta applicazione rappresenta pertanto un fattore di vitale importanza all’interno della attività conservativa.
L’intervento si dovrà basare su alcune invariabili norme di attuazione:
Le indagini diagnostiche
Operazione propedeutica all’intervento di restauro sarà la realizzazione di una esaustiva campagna diagnostica finalizzata:
alla datazione del legno della statua della madonna e del bambino con il carbonio 14 o radiocarbonio e alla individuazione della essenza lignea (FTIR).
Esecuzione di Ultravioletto al fine di evidenziare le ridipinture e i successivi ritocchi sulla policromia originale.
Esecuzione di Riflettografia ad infrarossi al fine di evidenziare gli strati sottostanti alla pellicola pittorica.
Studio della tela presente come “incamottatura”, attraverso il microscopio elettronico a scansione, finalizzato alla datazione dell’opera.
Individuazione della quantità delle porzioni che costituiscono il manufatto e la eventuale presenza di perni o staffe, verifica delle condizioni conservative del materiale costitutivo, attraverso l’esecuzione di radiografie .
Indagini stratigrafiche finalizzate ad appurare gli strati di preparazione e pittorici presenti (originali e non originali).
Individuazione della natura dei pigmenti presenti sui manufatti, al fine di accertarne la originalità con il sistema dell’XRF.
Tutte le indagini saranno eseguite in loco nel laboratorio appositamente installato all’interno della chiesa .
Le fasi dell’intervento:
L’intervento conservativo prevede quindi le seguenti fasi : la disinfestazione, il consolidamento, la pulitura, la stuccatura delle lacune e la reintegrazione pittorica
Tutte la fasi dell’intervento saranno scrupolosamente documentate attraverso la realizzazione di idonea e completa documentazione fotografica in modo da rendere minuziosamente documentato ogni singolo stadio di lavorazione. Si provvederà inoltre alla realizzazione di apposita documentazione di tipo grafico mediante l’esecuzione di tavole tematiche che documentano le fasi di intervento sul manufatto.
Il lavoro svolto sarà oggetto di una pubblicazione al fine di divulgare e rendere accessibile al mondo scientifico ed al pubblico i risultati dell’intervento eseguito sulle sacre immagini.